Employee advocacy: l’azienda rende i dipendenti “ambassador”

Employee advocacy. Il brand ha una voce, un volto… anzi tanti.

L’AZIENDA SIAMO NOI.

Succede anche a noi, con i prodotti delle aziende per cui curiamo la comunicazione.

Li vediamo sullo scaffale del supermercato e ci sentiamo un po’ a casa. A cena ci dilunghiamo in spiegazioni non richieste all’amico circa le tecniche di coltura biologiche dell’oliveto o l’ispirazione dell’etichetta del vino. In autostrada, indichiamo con l’appellativo “è un mio autobus” tutti i veicoli del marchio automotive per cui comunichiamo… succede per senso di appartenenza, perché lavorare per un’azienda e sentirsi protagonista dello sviluppo di un prodotto o di un servizio ci inorgoglisce, perché ne condividiamo i valori… 

Insomma, ci sono molti motivi per cui dare voce e rendere ambasciatori del brand proprio coloro che in azienda lavorano, conoscono tutto del prodotto o del servizio e vi dedicano ogni giorno impegno e competenze.

È un vantaggio per la comunicazione interna.

Quando l’azienda rende i propri dipendenti “company ambassador” mostra nei fatti di fidarsi di loro, di riconoscerli importanti artefici della qualità del proprio prodotto, a qualunque fase del processo operino, dai ruoli direttivi a quelli più operativi.

Testimoniare l’azienda in prima persona è gratificante perché valorizza ruolo e professionalità e consolida il senso di appartenenza del dipendente o del collaboratore. Naturalmente la scelta di raccontare l’azienda deve essere su base volontaria, richiede un clima trasparente, libero e di condivisione circa gli obiettivi aziendali.

“Ma se do visibilità al mio direttore di produzione poi gli head hunter lo contattano per assoldarlo per la concorrenza…” – obiezione incredibile ai tempi di Linkendin – tuttavia è facile replicare che è vero esattamente il contrario: se i tuoi dipendenti condividono l’orgoglio e la soddisfazione per il loro ruolo e per l’ambiente di lavoro, la tua azienda risulterà anche più attrattiva per risorse e talenti.

È una strategia efficace per la brand reputation.

I clienti si fidano molto di più di un volto familiare, di una “recensione umana” che di un logo.
I social ci hanno abituato ad una forte personalizzazione della comunicazione ed è dimostrato, ad esempio, che i contenuti condivisi dai dipendenti ricevono un engagement molto più alto degli stessi contenuti veicolati dai canali istituzionali delle aziende.

Grande booster, quindi, quando un dipendente (un dipendente vero, non gli attori in uno spot) parla positivamente della propria azienda con coinvolgimento, meglio ancora quando lo fa attraverso i propri canali social, con opinioni personali, ma preparato da un’adeguata formazione e motivazione da parte dell’azienda, magari dopo avere costruito insieme e condiviso best practice e obiettivi.

Un band “più umano”.

Il ricorso alla visibilità diretta dei dipendenti nella comunicazione può rivelarsi particolarmente utile e vincente quando l’azienda, il prodotto o il servizio hanno caratteristiche impersonali: è il caso, ad esempio, di grandi multinazionali percepite come “lontane” dal territorio, di strutture totalmente online, di prodotti molto tecnologici o complessi, di servizi che presuppongono un forte sentimento di fiducia da parte del cliente, insomma tutte le volte in cui “il calore di una stretta di mano” è in grado di fare la differenza.

Nelle nostre strategie di comunicazione abbiamo spesso suggerito alle aziende di “dare un volto” al messaggio e di affidarlo ai dipendenti o alla rete vendita.

La case history più recente riguarda un piano editoriale di contenuti video per Linkedin sviluppato e realizzato per Hi-Food – azienda di Parma, parte di CSM Ingredients, che sviluppa e produce ingredienti naturali ad alta funzionalità tecnologica: in questi video, i dipendenti raccontano ciò di cui si occupano, i valori, gli obiettivi, le specificità del loro lavoro e lo sviluppo di nuovi prodotti, sottolineando come dietro ad ogni fase, dalla ricerca al controllo qualità, ci sia la competenza e l’impegno di uno staff motivato.