Tik Tok: una campagna elettorale a colpi di video sulla piattaforma.
Il primo politico ad utilizzare TikTok per la comunicazione politica fu Matteo Salvini, nel lontano 2019, con risultati altalenanti. Seguito poi da Giorgia Meloni, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, il leader di Forza Italia – molti giorni dopo l’annuncio – Matteo Renzi e infine il PD.
Infatti tra il 25 e il 27 agosto 2022 si genera in rete un vero e proprio “Buzz” sulla keyword TikTok, legata in particolare al mondo della politica. La stampa lancia la notizia dell’approdo di Calenda su questa “nuova piattaforma”.
Il giorno dopo colpo di scena: durante la kermesse politica “La Piazza”, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, uomo della televisione per eccellenza, intervenendo in videochiamata annuncia che anche lui sarà presente sul social. Da lì in poi i giornali si scatenano, cresce l’Hype, ma Berlusconi non arriva.
L’approdo sulla spiaggia di TikTok da parte del Leader di Forza Italia ha impiegato più giorni del previsto, non ne sappiamo il motivo però è certo che il primo video è stato efficace in termini quantitativi ottenendo oltre 659mila reactions, 43mila commenti, e 123mila condivisioni, e oltre 9,3Milioni di visualizzazioni.
Ma come si è arrivati ad usare questo canale e questa piattaforma anche nel mondo della politica?
La ragione principale che ha condotto più o meno tutta la politica ad adottare TikTok come strumento di comunicazione politica è che il social è sempre più popolare in Italia.
La seconda motivazione è che le coorti di età che frequentano TikTok sono generalmente più giovani rispetto ad altri social come Facebook o Twitter, e molti di questi utenti si troveranno per la prima volta ad essere chiamati alle urne. In un momento in cui le variabili sociodemografiche che hanno distinto per diversi decenni il voto sembrano non essere più influenti, coinvolgere almeno in una fase iniziale del funnel comunicativo i più giovani attraverso TikTok potrebbe dare dei avere dei vantaggi.
Infine, secondo una ricerca IPSOS, possiamo vedere come alcuni temi, molto circoscritti, suscitano molto interesse tra i “giovanissimi” quindi per la generazione Z e i Millenials ed affrontare questi temi, in questi contesti, quindi potrebbe permettere alla classe politica di ridurre la distanza percepita.